Agronomia (cl.3°e 4° ITAS)

Spiegazione riso

Spiegazione mais

Spiegazione la soia

Spiegazione Infestanti primaverili-estive

Spiegazione Infestanti autunno-vernini

Spiegazione Infestanti del frumento

Spiegazione Il melo

Spiegazione Alberi da frutto (sintetica)

Spiegazione Colture energetiche

Spiegazione Il pioppo

Spiegazione OGM (Organismi geneticamente modificati)

AGRONOMIA DELLA CLASSE 3°ITAS (appunti)

Introduzione

Che cos'è l'agronomia?

L'agronomia o tecniche di produzione vegetale studia i metodi per ottenere le massime rese delle colture e le tecnologie per salvaguardare l'ambiente migliorando la qualità dei prodotti.

Unità di misura agrarie

Esistono unità di misura internazionali:

> 1ha (ettaro) - 10000 metri quadri

> 1a (ara) - 100 metri quadri

> 1ca (centiara) - 1 metro quadro

Ci sono poi unità di misura locali:

> pertica milanese - 654.45 metri quadri

> biolca - 3081,25 metri quadri

> campo - 3047,95 metri quadri

> pertica piacentina - 762,02 metri quadri

> pertica cremonese - 808,05 metri quadri

> pio - 3255.39 metri quadri

Sigle e termini agrari

SAU - superficie agricola utilizzata

SAT - superficie agricola totale

PAC - politiche agricole comunitarie

SET - ASIDE - terreni agricoli a riposo

ANNATA AGRARIA - va dall'11-11 al 10-11 dell'anno successivo. E' la data di riferimento anche per i contratti d'affitto.

OGM - organismi geneticamente modificati

PUA - piano di utilizzazione zootecnico

PUAS - piano di utilizzazione zootecnico semplificato

SOD SEEDING - semina su sodo

MINIM TILLAGE - minima lavorazione

 

Il lodigiano 

Il lodigiano è un terreno molto fertile denominato dalla provincia: "Lodigiano terra buona", è circondato da tre corsi d'acqua: il Po a Sud, il Lambro a Ovest e l'Adda a Est ed è attraversato dal canale Muzza. Ha una superficie agricola di 55 678 SAU con 1781 aziende agricole. Ci sono diversi centri sperimentali come l'Istituto sperimentale orticolo e frutticolo di Montanaso Lombardo. Gli indirizzi produttivi prevalenti sono: zootecnico, foraggero e cerealicolo.

Indirizzo zootecnico

L'indirizzo zootecnico è costituito da allevamenti di bovini, suini e altri come: avicoli, bufale, storioni e anguille.

Indirizzo foraggero

Vengono coltivati prati avvicendati (erba medica, trifoglio platense e ladino), prati permanenti e marcite. La percentuale di prati nel lodigiano è del 20%.

Indirizzo cerealicolo

Vengono coltivati campi di mais (53%), orzo e frumento riso (assieme 12%).

Altri indirizzi produttivi

Sono presenti colture industriali (pomodoro, soia, barbabietola da zucchero)10%, colture legnose 3%, altre colture (orticoltura, frutticoltura e vivaismo) 2%.

Tappe fondamentali del lodigiano

> 1220 data in cui si autorizzano le acque del canale Muzza ai fini irrigui. In precedenza veniva utilizzato nelle battaglie  fra Milano e Lodi/Milano-Crema, oggi viene invece utilizzato per alimentare 4 centrali idroelettriche e raffreddare gli impianti di 2 centrali termoelettriche ( Cassano d'Adda e Tavazzano). Inoltre il canale Muzza è un luogo di svago.

> 1400-1450 bonifica del territorio del lodigiano, in precedenza formato dal 50% da acqua e dal 50% terra fertile. La bonifica è avvenuta grazie ai monaci benedettini.

> 1800 cotruzione dell'argine maestro del Po al fine di contenere le piene. Nello stesso anno nasce anche il Consorzio Muzza.

> 1901 prima fiera agricola a Lodi, durante la quale vengono illustrati i primi fitofarmaci e le prime macchine agricole.

> 1960 trattato di Roma, internazionalizzazione dei mercati. 

Elementi del clima e fattori di influenza

Il clima

L'atomosfera è un involucro gassoso che riveste la superficie terrestre, è sede naturale dei fenomeni atmosferici che caratterizzano un determinato clima. Gli elementi del clima sono la radiazione solare, idrometeore e atmosfera. Fattori di influenza del clima sono:

> inclinazione asse terrestre

> altitudine

> latitudine

> masse d'acqua

> grandi masse di vegetazione

> esposizione

> correnti marine

> morfologia

Il sole manda luce sulla Terra sotto forma di energia radiante che si propaga come onda elettromagnetica. La lunghezza d'onda si misura in nanometri o millimicron e corrisponde alla distanza fra due creste o due ventri.

Le radiazioni solari si dividono in:

> radiazioni ultraviolette (UV), da 230 a 400 nm. Sono dannose per l'uomo in quanto sono cancerogene e per le piante perchè provocano nanismo. Rappresentano il 2% delle radiazioni totali.

> radiazioni visibili sono quelle che servono per svolgere la fotosintesi clorofilliana e vanno da 400 a 750 nm. Rappresentano il 48% delle radiazioni totali.

> radiazioni infrarosse vanno da 750 a 4000 nm e servono per dare calore. Rappresentano il 50% delle radiazioni totali.

L'atmosfera è costituita dal 78% di Azoto (N), 21% ossigeno (O) e 2% gas vari.

L'effetto serra è causato da inquinanti come anidride carbonica e metano che non lasciano uscire dall'atomosfera le onde lunghe infrarosse provocando l'effetto serra e il riscaldamento globale.

Il bilancio della radiazione solare

Le radiazioni solari vengono disperse nell'atmosfera per:

> riflessione 32%

> assorbimento 15%

> diffusione 6%

Quindi sulla Terra arrivano solo il 53% di radiazioni solari mentre il 47% vengono disperse.

Piante C3 e C4

La luce viene misurata in Lux con uno strumento detto luxometro. Un lux corrisponde all'intensità della luce di una candela a 1m di distanza. Le piante possono essere classificate in:

> piante C3 se cominciano la fotosintesi a partire da composti di 3 molecole e termina a 30 000 lux;

> piante C4 se cominciano la fotosintesi a partire da composti di 4 molecole e termina a 60 000 lux. Queste piante vengono definite ad alta efficienza fotosintetica, quindi producono più ossigeno. Gli scienziati stanno studiando un modo per rendere tutte le piante a ciclo C4 che producono quindi il doppio di ossigeno. Un esempio di un vegetale C4 è il mais, in genere sono piante tropicali.

Le piante in base all'intensità luminosa possono essere classificate in:

> eliofile se amano la luce

> sciafile se amano il buio

> sciafile facoltative si trovano sia al buio che alla luce.

Difetto di intensità luminosa

> Eziolatura- quando alcune parti delle pianta non ricevono luce e rimangono bianche. Ciò viene voluto in orticoltura perchè si producono ortaggi bianchi più teneri. Le parti non colpite dalla luce rimangono bianche perchè non hanno il pigmento della clorofilla. Utilizzato anche in frutticoltura, colture legnose e foraggere.

> Allettamento- per la troppa luce le piante si allungano e si allettano cioè si piegano.

Fotoperiodismo

Il fotoperiodismo è la lunghezza ottimale del periodo di buio, variabile per ogni singola pianta e importante per la fioritura. La soglia media di buio è di 12-14 ore. A seconda del fabbisogno di buio le piante possono essere classificate in:

> longidiurne

> brevidiurne

> fotoindifferenti

 Le idrometeore

Le idrometeore sono manifestazioni meteoriche con apporto di acqua. Sono: umidità, rugiada, brina, galaverna, pioggia, neve e grandine.

> L'umidità atmosferica è la quantità di vapore acqueo in un dato volume. Può essere umidità atmosferica assoluta, cioè la quantità di umidità in un dato volume e si misura in g/metri cubi e varia con il variare della temperatura. L'umidità atmosferica relativa è il rapporto fra il vapore acqueo e quello che ci sarebbe se l'aria fosse satura. L'umidità è un'idrometeora importante dal punto di vista agronomico per l'evapotraspirazione, ossia l'acqua dispersa in un appezzamento di terreno per evaporazione del terreno e traspirazione delle piante. L'umiditò atmosferica è importante soprattutto nei climi aridi dove c'è assenza di acqua e si parla di pioggia occulta.

> La pioggia è un'idrometeora importante per l'apporto idrico che fornisce alle piante. Si misura in mm  per unità di tempo. E' la quantità di pioggia che determina i diversi climi. Le piante a seconda del tipo di suolo possono essere: igrofite (ricco di acqua), xenofite (arido), tropofite (caratteristiche intermedie) e idorfite (piante immerse o sommerse in acqua). L'intensità della pioggia deve essere regolare e uniforme altrimenti provoca l'erosione esportando quindi lo strato di humus che garantisce la fertilità del terreno. La frequenza è il numero di giorni di pioggia all'anno. La distribuzione può essere regolare o non regolare. Ci sono climi con percipitazioni intorno ai 12 000 mm/cubi  e climi aridi dove le precipitazioni sono prossime allo 0. La pioggia acida è ricca di inquinanti e provoca danni all'ambiente. Nella nostra zona è presente la pioggia acida ma è più diffusa nel Nord Europa, in genere i danni che arreca sono visibili dopo diversi anni, di conseguenza le colture annuali non risentono in maniera diretta di questo fenomeno.

> La rugiada è il vapore acqueo che si deposita sui corpi freddi in notti con cielo sereno e assenza di vento con forte escursione termica. (3-4 mm al giorno).

> La brina è la rugiada che si  trasforma in ghiaccio quando la temperatura scende al di sotto dei O°C.

> La galavarna è nebbia o pioggia minuta che depositano sui corpi freddi e le piante risultano totalmente ricoperte da uno strato di ghiaccio.

> La grandine si forma quando la temperatura del suolo è molto elevata facendo formare così una colonna d'aria calda che incontra gli strati freddi dell'atmosfera. La grandine è un'idrometeora molto negativa in quanto provoca danni alle colture, ci sono mezzi di difesa dalla grandine che sono: assicurazioni, reti antigrandine nei frutteti e razzi a ioduro d'argento.

> La neve è un'insieme di cristalli a forma di stella, quando il vapore acqueo si trasforma in neve per sublimazione. Possiede effetti positivi come il mantenimento della temperatura del suolo tra 3° e 8°C e la capacità di sciogliersi lentamente attribuendo quindi acqua al terreno. Gli effetti negativi sono: rottura di rami per il peso e asfissia radicale se permane per troppo tempo.

L'atmosfera

L'atmosfera è un involucro gassoso che riveste la superficie terrestre ed è sede dei fenomeni atmosferici che caratterizzano un determinato clima. Composizione:

> 78% Azoto

> 21% Ossigeno

> 0,03 Anidride carbonica

> 0,97% Altri gas

La pressione atmosferica è il peso di una colonna d'aria su un'unità di superficie. 1 atmosfera è uguale a 1013 millibar. Si ha un'alta pressione quando è  maggiore di 1013 mb e bassa pressione quando è inferiore di 1013 mb.

Il vento è lo spostamento di masse d'aria in senso orizzontale da una zona di alta pressione ad una di bassa pressione.

Il terreno

Origine del terreno

Il terreno si è originato dalla disgregazione delle rocce attraverso un processo di pedognenesi. La disgregazione delle rocce è avvenuta per via di diversi fenomeni, tra cui:

> agenti atmosferici

> basse temperature

> alternanza tra basse e alte temperature

> radici delle piante

> fenomeni chimici

Il terreno può essere autoctono o alloctono. Il primo si è originato dalla roccia sottostante mentre alloctono se si è originato da rocce lontane come per esempio il terreno della pianura Padana che si è originato dalle Alpi.

Il terreno

Il terreno è quindi la parte superficiale della Terra, detto anche suolo ed è costituito da:

> 50% fase solida

> 25% fase liquida

> 25% fare gassosa

Tessitura

Il terreno è costituito dallo scheletro (ciotoli e ghiaia) e dalla terra fine. La terra fine si suddivide a sua volta in: sabbia grossa, sabbia fine, limo e argilla. Un terreno sabbioso è positivo perchè è facilmente lavorabile ma d'altro canto ha pochi elementi nutritivi ed acqua perchè vengono dilavati facilmente, bisogna ricorrere a grandi apporti nutritivi ed acqua per correggerlo. Un terreno limoso è in genere negativo perchè tende a formare crepe e contiene pochi elementi nutritivi. Lo si riconosce per la caratteristica di essere chiaro. Un terreno argilloso è positivo perchè da fertilità al terreno, è un colloide minerale. L'argilla è ricca di elementi nutritivi e trattiene molto bene l'acqua però è difficile da lavorare. La tessitura è quindi la percentuale di limo, argilla e sabbia. Questi elementi devono essere proporzionali tra loro, per avere un terreno Franco o di medio impasto. La tessitura viene rilevata con il triangolo di Thompson.

La porosità

Il terreno è costituito da particelle unite tra loro, ci sono degli spazi tra tali particelle che prendono il nome di micropori e macropori. Nei micropori vi è l'acqua e nei macropori l'aria. Ci deve essere un giusto rapporto fra macro e micropori.

L'acqua contenuta nel terreno può essere sottoforma di:

> acqua igroscopica, cioè quella che il terreno è in grado di trattenere;

> acqua capillare, in grado di risalire dal basso verso l'alto in modo da adsorbire (incollare) gli elementi nutritivi alle radici delle piante;

> acqua gravitazionale cioè quella che scende dall'alto verso il basso.

La struttura

Le particelle del terreno devono essere presenti in gromeruli in modo da garantire il giusto rapporto fra macro e micropori. Un terreno può avere pertanto una struttura:

> strutturale, se ci sono abbastanza glomeruli. E' la forma corretta del terreno.

> astrutturale, è un terreno in genere troppo compatto ed è negativo per le piante.

I fattori positivi che influenzano la struttura del terreno sono:

> lavorazioni come aratura o sfibratura

> alcune radici delle piante

> sbalzi termici

Fattori negativi che influenzano la struttura sono:

> calpestio animale

> calpestio delle macchine

> calpestio dell'uomo

> forza battente della pioggia

> forza battente della grandine

> alcune radici delle piante

> lavorazioni avvenute in periodi scorretti (troppo caldo o troppo freddo).

Il pH

Il pH ottimale del terreno è 7. Terreni con pH superiore a 7 sono basici, terreni con pH inferiore a 7 sono acidi. Ci sono dei metodi specifici per ricorrere alla correzzione del pH del terreno. Per esempio esiste la calcitazione cioè l'apporto di calce al terreno al fine di ridurre l'acidità.

Salinità

Il terreno può contenere una percentuale di sali che se presenti in quantità eccessive possono causare danni alle piante. Le piante possono essere più o meno resistenti alla quantità di sali presenti nel terreno. In genere i terreni ricchi di sali sono quelli delle zone litorali perchè il sale risale dalla falda con l'acqua igroscopica.

Il colore

Il colore del terreno dipende dalla quantità di sostanza organica, più è scuro e più è la sostanza organica presente.  Il colore viene anche influenzato dalla quantità d'acqua presente nel terreno, più è l'acqua che contiene più il colore tende ad essere scuro.

Temperatura

La temperatura influenza la crescita delle piante, le quali vivono tra temperature minime e temperature massime. Per esempio ci vogliono 4°C per la semina delle piante autunnali e 12-13°C per la semina delle piante primaverili. 

 

 

 

La fertilizzazione

Definizione

La fertilizzazione è l'apporto di sostanze al terreno in grado di migliorare la fertilità. La fertilizzazione può essere suddivisa in:

> concimazione, apporto di elementi nutritivi direttamente utilizzabili dalla pianta;

> ammendamento, apporto di sostanze al terreno in grado di migliorare le caratteristiche fisiche (es. il letame);

> correzione, miglioramento del pH del terreno.

Micro e macroelementi

Le piante per crescere hanno bisogno di microelementi e macroelementi. Micro e macro non sta a significare piccoli e grandi ma è in relazione alla quantità di utilizzo da parte dei vegetali. Anche l'elemento di cui la pianta ha bisogno in piccolissime quantità è in grado di condizionare le rese in modo determinante (legge del minimo). I macroelementi sono: azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). I microelementi sono: calcio, magnesio, ferro, zolfo, boro, manganese, rame, zinco e molibdeno. In genere la fertilizzazione si concentra soprattutto su: azoto, fosforo e potassio.

Forme dei concimi

I concimi possono essere classificati in base:

TITOLO - percentuale di elemento nutritivo. Per esempio l'urea ha un titolo del 46% cioè ha il 46 parti di azoto su 100.

FORMA- può essere liquida o solida. Nel primo caso si parla di gas liquefatti, soluzioni o sospensioni. Nel secondo caso si parla di polverulenti o granulari.

SEMPLICI o COMPLESSI- semplici se contangono 1 solo elemento nutritivo, complessi se contengono 2 o 3 elementi nutritivi e possono pertanto essere binari o ternari. In genere i concimi complessi hanno concentrazioni minori.

A LENTO O PRONTO EFFETTO- in base alla capacità di agire. I primi sono in grado di attribuire elementi nutritivi nel corso del tempo, i secondi di agire subito compensando una carenza.

L'azoto

L'azoto si trova nei tessuti giovani per il 5-6% e nei tessuti maturi per il 2-3%. Costituisce le proteine, l'ADP e l'ATP, gli acidi nucleici, glucosidi e alcaloidi. Si trova anche nella molecola della clorofilla. Eccessi di azoto possono causare gigantismo e successivo allettamento per crescita in altezza troppo rapida. Carenze di azoto causano nanismo, colorazione verde chiaro-giallo, la pianta non cresce con minori rese. Concime indicato per eventuali rimedi è l'urea con titolo del 46%.

Fosforo

Costituisce le proteine, ATP e acidi nucleici. Serve essenzialmente per la lignificazione, la fioritura e la resistenza al freddo perchè concentra i succhi cellulari. Eccessi di fosforo causano un colore tendente al marrone e non al verde, macchie di colore più scuro. Carenze di fosforo causano ingiallimento come nell'azoto solo che le nervature rimangono verdi. Rimedi consigliati: fosfato triplo con titolo del 46-48%.

Potassio

Importante per il metabolismo delle cellule, funzione di catalizzatore nella sintesi di polimeri organici, regola il metabolismo idrico in quanto aumenta la pressione osmotica dei succhi cellulari. Eccessi di potassio sono rari, possono provocare nanismo delle piante. Carenze di potassio sono difficili da rilevare, in genere colorazioni anomale.

La sintomatologia di carenze ed eccessi di elementi nutritivi è molto variabile a seconda dell'elemento nutritivo presente in eccesso o non presente in quantità sufficiente e varia soprattutto dalla pianta, diventa difficile schematizzare le carenze e gli eccessi di nutritivi per tutte le specie vegetative.

Il letame

Il letame è composto dalle deiezioni animali + materiali della lettiera, varia in funzione di diversi fattori, che sono:

> tipo di animali;

> lettiera;

> rapporto paglia/deiezioni;

> tipo di allevamento;

> preparazione;

> conservazione.

Il miglior letame risulta essere quello ovino, a seguire quello equino, poi suino e infine quello bovino. La produzione approssimativa di letame per ogni animale è di circa 20-25 volte il suo peso vivo. Il letame è il miglior concime naturale che si può utilizzare per la fertilizzazione, il problema è che attualmente difficilmente è reperibile per la diffusione degli allevamenti su grigliato.Con un nuovo decreto è vietato accumulare il letame in campagna perchè il colaticcio (parte liquida) viene concentrato in un unico punto e inquina la falda idrica. Quindi il letame deve essere accumulato su una piattaforma in cemento in grado di raccogliere il colaticcio che andrà poi distribuito in campagna con una certa uniformità.

Il liquame (fig.1)

Il liquame è costituito per l'80% humus e 20% concime, esattamente il contrario del letame. Il liquame è molto disponibile per l'esistenza di stalle su grigliato nella nostra zona. Il liquame è costituito dalle deiezioni liquide e solide degli animali + acqua di lavaggio. Ci sono delle quantità massime di liquame da distribuire sul terreno per una serie di problemi, che sono:

> eccesso di elementi nutritivi, provocando alle piante gigantismo e allettamento (vedi sezione fitopatologia);

> scarsità di magnesio per troppo potassio;

> tossicità dei foraggi e delle verdure a foglia larga per eccesso di nitrati;

> scarsa appetibilità dei foraggi;

> presenza di metalli pesanti (soprattutto nel liquame suino);

> danni all'ambiente, come inquinamento della falda idrica.

In Italia la legge impone delle quantità massime di liquame da distribuire su un ettaro che dipendono dalla zona che può essere più o meno a rischio a seconda della falda idrica se è bassa o alta.

Pollina

I polli producono poco letame singolarmente, ma se si pensa che un allevamento medio possiede 20 000 polli questi producono 300-400t di letame all'anno. L'umidità è di circa il 35%, più ricco del liquame in termini di elementi nutritivi ed è a pronto effetto. La distribuzione deve essere uniforme, molto inquinante se in eccesso. La parte bianca delle feci dei polli corrisponde all'urea cioè l'azoto naturale che possiede la pollina.

Rifiuti urbani

CESSINO: sono le deiezioni umane, non utilizzate in Italia perchè non consentite dalla legge per problemi patologici. Importanti in altri Paesi come la Cina. Per esempio i pomodori coltivati in Cina vengono fertilizzati con il cessino.

FANGHI: prodotti da vari processi di depurazione. In genere si fa digestione anaerobica per produrre biogas poi si spande il residuo. molti problemi di tipo ambientale.

SPAZZATURA (RSU): problema di metalli pesanti, si fa in genere il compost.


 

Le infestanti

 

Introduzione

Il concetto di infestante è assoluto e non relativo, in natura non esiste un'erba o una pianta che può essere considerata infestante. Un'infestante è una specie in un determinato momento e in un determinato luogo. Per esempio il frumento può essere infestante dell'orzo e viceversa, oppure un'erba considerata infestante per il mais è utile per ridurre il rischio frane ecc. Le piante considerate infestanti sono il maggior problema delle coltivazioni da sempre,  l'uomo deve quindi cercare di limitare lo sviluppo di tali vegetali attraverso mezzi preventivi e post-emergenza.

 

Caratteristiche delle infestanti 

> Riproduzioni abbondanti con semi che sono tanti e facilmente disseminati. Una pianta coltivata produce in genere molti meno semi rispetto ad un'infestante.

> si riproducono anche per riproduzione agamica attraverso: rizomi e bulbi.

> molto adattabili, vivono in qualsiasi luogo e in qualsiasi suolo.

> scalarità e dormienza. (La dormienza è un sistema adattivo, il seme evita di germinare in condizioni ambientali sfavorevoli, per esempio può avere bisogno di freddo  e germina in primavera quando il clima permette una buona crescita della pianta. La dormienza può durare anche diversi anni e se ogni anno germinano tot piante si parla di sclarità, in questo modo le infestanti non riescono ad estinguersi in un determinato luogo).

 

Aspetti ecologici delle infestanti 

Epoca di emergenza:

> indifferenti 

> a germinazione autunno-invernale

> a germinazione primaverile-estivo

 

Botanica:

> a foglia larga

> annuali/poliennali

 

Diffusione delle infestanti:

> naturale (vento, animali, acqua)

> commercio dei semi

> irrigazione

> letame

> mietitrebbie e altre attrezzature agricole

 

Modalità di disseminazione:

> anemocora (vento)

> antomocora (insetti)

> zoocora (animali)

> idrocora (acqua)

 

Forma riproduttiva:

> riproduzione sessuata

> riproduzione asessuata

 

Tipologie di organo riproduttivo:

> seme

> stolone

> rizome

> tubero

 

Danni da infestanti 

Minori rese unitarie per:

> competizione per la luce

> competizione per l'acqua

> soffocamento

> parassitario

> emissione di tossine

 

Peggioramento della qualità:

> inquinamento delle sementi

> presenza di materiale umido nel prodotto finale

 

Allergie da polline

 

Ostacolo ad operazioni colturali:

> lavorazione del suolo

> raccolta dei prodotti

 

Diffusione di insetti ed organismi patogene:

> insetti

> funghi

> virus

> nematodi

 

Classificazione delle infestanti 

Botanica:

> monocotiledoni

> dicotiledoni

> pteridofite (e. felci)

> briofite (es. muschio)

 

Durata:

> annuali

> biennali

> poliennali

 

Mezzi di difesa dalle infestanti 

LOTTA BIOLOGICA

Vengono utilizzati: parassiti, animali o patogeni che distruggono o danneggiano una o più specie considerate infestanti. Gli agenti di lotta sono: insetti, acari, funghi patogeni, nematodi ed animali erbivori (acquatici o terrestri). Gli approcci di questo tipo di lotta possono essere: diretti favorendo la moltiplicazione di nemici naturali e indiretti rendendo la pianta più suscettibile. I limiti della lotta biologica possono essere:

> non possibilità di combattere tutte le erbe infestanti in un appezzamento

> spostamento dei parassiti, animali o patogeni dal luogo voluto

> vantaggi in modo poco omogeneo nell'appezzamento interessato.

Per esempio in un campo di riso si potrebbero inserire dei pesci che si nutrono delle malerbe.

 

LOTTA FISICA

> Pacciamatura, copertura del terreno con materiali vari al fine di non far crescere le malerbe, oltre che: mantenere l'umidità del terreno, protezione del terreno dall'erosione, mantenere la struttura, evitare la formazione della crosta superficiale, diminuire il compattamento, innalzare la temperatura del suolo. 

Per questo tipo di lotta fisica si impiegano come materiali: film plastici o bioplastici, tessuto, ghiaia, lapillo, corteccia di pino sminuzzato, paglia, foglie secche, cartone o bucce di cacao.

> Solarizzazione, stesura di teli trasparenti per rendere sterili i semi delle infestanti presenti nella parte superficiale del terreno.

> Pirodiserbo, consiste nell'eliminazione delle malerbe con il fuoco. Si utilizzano generatori di fiamma a GPL. Obiettivo: bruciare le cellule vegetali.

> Sarchiatura, entrare in campo con una macchina detta sarchiatore, trainata dal trattore che come una zappa elimina le infestanti nell' interfila delle coltivazioni. Lo spazio interfilare deve essere di almeno 40-45 cm.

> scerbatura manuale, strappare le erbe manualmente. Improponibile attualmente, se non in piccoli orti, richiede 300-350 ore di lavoro per ettaro.

> sfalci ripetuti, per foraggere e in frutteti.

> bruciature delle stoppie, poco efficace e non consentito dalla legge.

 

LOTTA CHIMICA

si utilizzano dei fitofarmaci che prendono il nome di diserbanti chimici, detti anche erbicidi. Possibilmente è meglio non chiamarli pesticidi. Oggi con i diserbanti chimici vengono trattati:

> 90% dei seminativi come riso, barbabietola e mais.

> 70% dei seminativi del tipo frumento e girasole.

> 40% frutticoltura

> 20% uliveti e vigneti

 

Formulazione dell'erbicida:

Principio attivo+coformulanti+coadiuvanti

Il principio attivo è la sostanza attiva contro le infestanti, i coformulanti sono inerti che servono per ridurre la concentrazione del principio attivo, i coadiuvanti servono per migliorare l'efficacia del diserbante.

 

Formulazione:

> emulsione

> granulare

> microgranulare

> polveri

 

Selettività: 

capacità dell'erbicida di agire sulle piante infestanti e non su quelle coltivate. I diserbi totali agiscono su qualsiasi tipo di pianta.

 

Campi d'impiego:

> per sod seeding (semina su sodo) (non selettivo, non residuale)

> diserbi bordi campo, strade(residuali) e fossi (non residuali)

> diserbo localizzato (interfila o sulla fila)

> diserbo sottochioma

> uso della barra umettante (posta anteriormente al trattore, come un rullo, colpisce solo le piante infestanti più alte delle colture.

 

Caratteristiche di un diserbo:

> essere molto selettivo

> avere ampio spettro d'azione 

> non essere dannoso per l'uomo e l'ambiente

> uso flessibile e conveniente

> avere elevata efficacia rapportata al costo per unità di superficie

> miscibilità con altri prodotti

> non lasciare residui nella coltura di interesse

> non esplicare azione fitotossica per le colture in avvicendamento

 

Intervallo di sicurezza:

detto anche tempo di carenza, è il tempo minimo che deve intercorrere prima di raccogliere i prodotti destinati all'alimentazione, dopo il trattamento.

 

Tempo di rientro:

tempo espresso in giorni prima di entrare in campo per altre operazioni colturali dopo il trattamento

 

Assorbimento:

> sistemico, assorbito dalle radici o dalle foglie

> citotropico, rimane nei primi strati di cellule

> traslaminare, via di mezzo fra citotropico e sistemico

 

Condizioni d'impiego:

> luce. Maggior penetrazioni erbicidi fogliari per maggior apertura degli stomi, fotodegradazione erbicida.

> temperatura, ottimale fra 8-25°C

> con pioggia e vento non si effettuano trattamenti

 

I prodotti in base alla tossicità possono essere di: prima, seconda o terza classe. i più pericolosi (prima e seconda classe) possono essere impiegato solo da coloro che posseggono il patentino rilasciato dall'Ufficio dell'Agricoltura e Foreste della provincia e abbonato ai periti agrari. Anche per i prodotti di terza classe ci vuole particolare attenzione ad usarli e leggere sempre le etichette.

 

Epoca di intervento:

> pre-semina  o pre-trapianto

> pre-emergenza

>post-emergenza

 

Tossicità può colpire:

> fotosintesi

>respirazione

> crescita

> sintesi proteica

> sintesi amminoacidi

> sintesi lipidi

altro

 

  


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AGRONOMIA DELLA CLASSE 4°ITAS (appunti) 


INTRODUZIONE

Impianto delle colture 

Obiettivo: realizzare una copertura del terreno che, per numero di piante e geometria, assicuri la massima efficienza di utilizzazione, delle risorse ambientali, in particolare della radiazione; 

Fittezza: (detta anche investimento o densità) è il numero di piante per unità di superfici (metro quadro o ettaro). Se la fittezza è eccessiva i fusti rimangono esili o poco lignificati, allettamento, peggiore ripartizione degli assimilati. Se la fittezza è scarsa c'è una minore competizione tra le piante coltivate però sicuramente meno produzione e competizione maggiore con le infestanti. Esistono colture a fittezza elastica, cioè che il loro sviluppo si adegua allo spazio a disposizione come i cereali autunno-vernini con l'accestimento e colture a fittezza rigida cioè prive di capacità di autoregolazione, come il mais. 

Disposizione delle piante sul terreno 

Semina a file: possibilità di semina e raccolta meccaniche, facilità di sarchiatura. Occorre disporre le file il più ravvicinate possibile; 

Semina a bine: due file affiancate, largo spazio, altre due file affiancate. Sistema di semina usato in agricoltura biologica, diserbo meccanico; 

Impianto a cespi: buchette con 2-3 semi (es. fagiolo). Si utilizza per quelle piante che hanno difficoltà di emergenza. 2-3 germinelli si aiutano e in orticoltura si può evitare l'utilizzo dei sostegni. 

Semine in semenzaio: si utilizza per i semi molto piccoli come quelli del pomodoro o per semi costosi o per anticipare la semina. Si mettono i semi in vasi o in luoghi protetti per poi trapiantare le giovani piantine in pieno campo.  

Caratteristiche dei semi 

Purezza: % dei semi  sulla massa costituita dai semi della specie, oltre ai semi puri infatti ce ne sono di altre varietà, di altre piante coltivate o di infestanti. 

Impurità inerti: semi spezzati, con embrione lesionato, terra, sabbia o residui vegetali. In generale la purezza minima deve essere del 95%. 

Germinabilità: % di semi che danno origine a plantule vitali (con radichetta e piumetta normali). In genere i test vengono fatti su 400 semi, 4 lotti da 100 e si calcolano le percentuali. Ci sono delle normative particolari per ogni specie coltivata. 

Saggio al tetrazolo: si colorano solo i semi vitali, approssimativo ma rapido. 

Energia germinativa: rapidità con la quale si sviluppa il seme. Data dalla media ponderata dei giorni di germinazione rispetto al numero di semi germinati, ad esempio su 100 semi. Ad esempio 10 semi germinano dopo 3gg, 20 dopo 4, 50 dopo 5 e 18 dopo 6, altri non germinasno. Energia germinativa=3x10+4x20+5x50+6x18:98=4,8gg 

Interventi sulla pianta durante lo sviluppo 

Diradamento: rarissimo. Consiste nell'eliminare piante nate in eccesso. Avveniva in passato come sulla barbabietola. 

Rimpiazzo fallanze in colture trapiantate (rimpiazzo di piante morte durante il trapianto). 

Potaura: eliminazione di parti morte, cresciute eccessivamente ecc. Avviene sulle piante arboree. 

Cimatura: eliminazione della cima come nel melone, nel cocomero e nel tabacco. 

Scacchiatura: consiste nell'eleminazione dei gemrogli laterali. 

Fitoregolatori: i cascolanti servono per diradamento e raccolta frutti mentre i brachizzanti servono per la riduzione della taglia per evitare allettamento. 

Sostegni: per far "arrampicare" le piante orticole o ornamentali. 

Difesa della pianta da parassiti: anticrittogamici (per combattere i funghi, sono detti anche fungicidi), insetticidi (contro gli insetti), nematocidi (contro i nematodi), acaricidi (contro gli acari) ecc. 

Mezzi agronomici di difesa: varietà resistenti, sementi sane (concia del seme), rotazioni o avvicendamento (rotazione prestabilita avvicendamento cambiare colture coltivate negli appezzamenti per non avere monocoltura adattandosi però al mercato), controllo delle infestanti, epoche di semina, eliminazione dei residui colturali e risanamento idrico. 

LE COLTURE ERBACEE

Il frumento

Introduzione

Esistono due tipi di frumento: il frumento tenero o grano tenero e il frumento duro o grano duro. i nomi scientifici sono rispettivamente Triticum aestivum e Triticum durum, entrambi della famiglia delle Graminacee. Il frumento è un cereale. Il frumento tenero si coltiva prevalentemente nel Nord Italia per ottenere farine animali o pane, il frumento duro si coltiva prevalentemente nel Sud e nel Centro Italia per ottenere prevalentemente pasta alimentare. I maggiori produttori del mondo sono: Cina, India, USA, Russia e Francia. I maggiori produttori in Europa sono: Francia, Russia, Germania, Ucraina, regno Unito, Romania, Polonia e Italia. La produzione europea di frumento nel 2001 è stata di 190822000t. 

Parti della pianta utilizzata e utilizzazione

Della pianta si utilizza il frutto (la cariosside) e la paglia. Il grano duro si usa per produrre: paste alimentari, panificazione e mangimi. Il grano tenero si usa per: panificazione, produzioni dolciarie e mangimi. La paglia viene utilizzata esclusivamente per alimentazione animale o lettiera nelle stalle.

 Esigenze climatiche e pedologiche

 La temperatura per la germinazione deve essere almeno di 2-3°C e massima di 37°C. La temperatura ottimale per lo sviluppo è di 20-25°C. Il frumento ha bisogno di 500-800mm di acqua per l'intero ciclo produttivo e per avere una produzione di circa 70q/ha di granella. Nella nostra zona il frumento non viene quasi mai irrigato se non in condizioni particolari di siccità. Le esigenze pedologiche (cioè del terreno) sono poche per questa coltura, infatti si adatta bene a quasi tutti i tipi di terreno, soffre i ristagni idrici e l'elevato tasso di salinità. In terreni con tale tasso elevato sarebbe più opportuno coltivare l'orzo. Il pH ottimale è compreso tra 6,5 e 7,8.

Precessione colturale

La coltivazione di frumento fornisce i migliori risultati quando è preceduta da una specie da rinnovo (mais, barbabietola e patata) oppure da prati.

Periodo di coltivazione in Italia

In Italia si semina da ottobre nelle zone settentrionali, ai primi di novembre nelle zone centrali fino a fine novembre in meridione. Nel Sud Italia è possibile seminarlo anche a febbraio quando non è stato possibile farlo in autunno, anche se le rese sono sicuramente minori. La raccolta avviene da fine maggio per ottenere il trinciato e luglio per granella.

Morfologia

Fusto eretto che prende il nome di culmo, cavo internamente e di altezza variabile a seconda delle specie. Attualmente sono state selezionate varietà di taglia bassa per ridurre al minimo il rischio allettamento, cioè che la pianta cade a causa del vento. Il culmo è costituito da nodi e internodi (che sono da 5 a 8). Le foglie sono lanceolate con nervature parallele, si originano dai nodi. E' presente ligula e auricola. L'apparato radicale è fascicolato, ci sono radici primarie e secondarie. Il frutto è una cariosside non vestita con un taglio nella parte centrale. L'infiorescenza del frumento è una spiga. 

Fasi fenologiche

1) Germinazione: il seme messo nel terreno si imbeve d'acqua, avviene la rottura dei tegumenti, idrolisi dell'amidido ed emissioni della radichetta e della piumetta;

2) Accestimento: capacità della pianta di produrre fusti laterali che incrementano la produzione. Semina troppo fitta porta a minor accestimento, semina poco fitta porta a troppo accestimento. Bisogna quindi trovare un punto di equilibrio. Se alcune piantine muiono per via degli elateridi o altre cause non è un problema perchè c'è una grande capacità di compensazione, cosa che per esempio non avviene nel mais. L'accestimento dipende: profondità di semina, caratteristica genetica, grandezza dei semi e spazio a disposizione.

3) Levata: nodi e internodi vicini tra loro durante la levata si allontanano perchè gli internodi si allungano notevolmente.

4) Fioritura

5) Maturazione: la prima maturazione è quella lattea quando le cariossidi sono biance, poi cerosa con cariossidi gialline, fisiologica con punto nero sotto il seme, agraria o piena o gialla è la maturazione di raccolta e infine di morte quando le cariossidi sono talmente mature al punto di cadere e la raccolta è impossibile o con rese molto minori.

Esigenze colturali

Il frumento è una specie longidiurna microterma, ciclo C3. Temperatura minime: germinazione 2-3°C, accestimento 2-3°C, levata 10-12°C, fioritura 15°C, maturazione 18-20°C. Temperature critiche minime: emergenza -6 -8°C, accestimento -15 -20°C, levata -2 -3°C, fioritura 0°C. Il frumento tenero ha una maggior resistenza al freddo.

Esigenze ambientali

La coltivazione del frumento avviene in fasce temperate da 30 a 60°latitudine, fascia temperata emisfero Sud 25-40°latitudine, verso l'Equatore ci si sposta in altitudine. L'abbassamento della temperatura deve essere graduale, se lo è il frumento sopporta anche i -20°C. Se l'abbassamento è repentino la pianta può morire anche a -10°C. La prevenzione consiste in: scelta di varietà resistenti al freddo, semine non troppo anticipate, semina in epoca tale da consentire il raggiungimento di almeno la 3°foglia prima del freddo. I danni da temperature alte durante l'accestimento comporta eccessivo rigoglio, mentre durante la granigione provoca una minor assimilazione netta con stretta da caldo (peggiorata con presenza di venti caldi ed elevata evapotraspirazione cioè evaporazione del terreno e traspirazione delle piante), alla fine si ottiene una cariosside striminzita. Eccessi idrici provocano un terreno asfittico, marciumi radicali e lisciviazione (o dilavamento) cioè l'acqua si muove dall'alto verso il basso mentre si può muovere superficialmente e allora si parla di ruscellamento o run-off responsabile dell'inquinamento da fosforo nei corsi d'acqua. Troppa acqua può causare anche il mal del piede. La neve protegge il frumento dai geli invernali (quando si dice sotto la neve c'è il pane) ma se permane troppo si verifica l'asfissia radicale. L'umidità relativa in eccesso causa infezioni fungine. Non sono adatti terreni molto argillosi o molto sabbiosi.

Elementi nutritivi

Il frumento è una coltura depauperante cioè che consuma elementi nutritivi, ha bisgono di 180N 90P2O5 e 120K2O.

Avversità

Malattie fungine e danni animali.

Scelta varietale

Dipende dalla quantità e dalla qualità ISQ, FF grano di forza, FPS panificabile superiore, FP panificabile e FB biscottiero e infine ALTRI USI. La scelta varietale cambia anche a seconda delle condizioni pedo-climatiche (clima e terreno). La monosuccessione (o omosuccessione) ha inconvenienti che sono: terreno più povero di elementi nutritivi (in particolare azoto), maggior presenza di malerbe e maggior attacco di parassiti.

Piante al metro quadro e lavorazioni

Investimento di 350-400p/m2 per avere 600-800 spige/m2 e per ottenere 6t/ha. Le lavorazioni sono:

1) interramento infestanti e altri residui;

2) concimazione

3) aratura

4) sminuzzamento del terreno

Lavorazione minima o non lavorazione poco utilizzate per il frumento. Il seme dave avere purezza, germinabilità e assenza di infestanti. La concia delle sementi serve per protezione da carie, carboni e altri funghi. La q.tà di seme varia da 180 a 300kg/ha.

L'orzo

Il nome comune è orzo, il nome botanico Hordeum vulgare della famiglia delle Graminacee. L'orzo viene impiegato per la birrificazione, nei pani cereali, nelle minestre e nell'alimentazione zootecnica. Le parti utilizzate sono il frutto che è una cariosside, l'intera pianta o paglia per animali. La spiegazione sarà molto celere perchè è una coltura molto simile al frumento. Esistono due tipi di orzo: palistico con più file di semi e distico con solo due file di cariossidi. Differisce dal frumento perchè le auricole che avvolgono il fusto presso le foglie lanceolate sono molto più visibili. Le esigenze climatiche sono: 15°C per la crescita, 17-18°C per la fioritura, sopporta temperature anche a 38°C ma in presenza di bassa umidità. Le esigenze pedologiche sono poche perchè ha un buon adattamento a tutti i terreni purchè ben drenati e con un pH compreso tra 7 e 8. Si semina in ottobre-novembre e si raccoglie a giugno. La concimazione viene fatta prevalentemente con N che è il fattore della crescita, 50-100Kg di azoto per ettaro, 70-150Kg/ha di fosforo e 150Kg/ha di potassio.

Il riso

Introduzione e varietà

 Il riso ha come nome scientifico Oryza sativa della famiglia delle Graminacee o Poaceae. Esistono tre grandi varietà che sono:

- japonica,  granella tozza, si incolla durante la cottura. Diffuso molto fino a qualche anno fa. Pregiata.

- indica, granella fine e allungata, resiste alla cottura. Molto pregiata. Diffuso.

- javonica, riso tipico di ambienti tropicali.

I parametri qualitativi sono: grandezza della cariosside, contenuto proteico e resistenza alla cottura. Il risone è il seme vestito (con presenza delle glumette), il riso è il seme non vestito (senza glumette). 

Cariosside

Il frutto è una cariosside, ha le seguenti caratteristiche:

- umidità 14%

- inazotati 79%

- proteine 6%

- ceneri 0,5%

- cellulosa 0,3%

- grassi 0,2%.

Oltre alla cariosside vi sono anche dei sottoprodotti che sono: lolla usato come combustibile o isolante o imballaggi, pula usata come mangimi zootecnici o industria farmaceutica, il germe utilizzato come olio o come pannello per il bestiame e la paglia per ottenere cellulosa e carta o come lettiera per il bestiame. 

Produzione

I maggiori produttori di riso sono: Cina, India, Indonesia e Bangladesh.

Morfologia

Il riso vive per i 2/3 in acqua perchè essa funziona da termoregolatrice per gli sbalzi termici fra giorno e notte. La morfologia è simile a quella dell'orzo e del frumento, infatti è un cereale. Le auricole sono molto visibili e pelose. L'altezza della pianta è di 80-90 cm minimo. La semina viene fatta in  acqua o in asciutta, nel primo caso si bagna la cariosside e prima viene emessa la piumetta e poi la radichetta. Se la semina viene fatta in asciutta viene prima emessa la radichetta e poi la piumetta, comunque nella nostra zona tale tecnica è poco utilizzata. Le radici sono fascicolate, superficiali, assorbono ammoniaca. C'è un fabbisogno di ossigeno per germinare, infatti vi è asciutta del campo per le prime fasi vegetative. Poi avviene l'accestimento, 5-6 culmi per pianta, fecondazione autogama (cleistogamia).

Miglioramento genetico

Il miglioramento genetico può servire per aumentare la produzione o per aumentare la qualità:

- AUMENTO PRODUZIONE: aumentare numero di cariossidi, aumentare peso di cariossidi, miglioramento capacità fotosintetica (maggior superficie fogliare), diminuzione della taglia con minor rischio allettamento, resistenza alle malattie, adattamento pedoclimatico.

- AUMENTO QUALITA': miglioramento proteico, miglioramento vitaminico e miglioramento della digeribilità.

Esigenze ambientali

Il riso non gradisce sbalzi termici soprattutto nelle fasi iniziali, è una coltura primaverile-estiva, quasi sempre sommersa. Bisogna utilizzare acqua non fredda perchè ha un'azione termoregolatrice, inoltre non deve essere acqua ferma perchè altrimenti le radici non vengono ossigenate. E' una pianta C3, ha bisogno di un elevato coefficiente idrico, tollera poco i terreni torbosi per fermentazioni nocive (sottrazione di ossigeno). Poco adatti anche i terreni sabbiosi per eccessivo consumo di acqua. In Italia è una coltura a ciclo primaverile-estivo. La precessione colturale è: bietola, orticole e mais. Attenzione dopo prato per eccessiva sostanza organica (nocive fermentazioni). Successione colturale: frumento, bietola. Omosuccessione (monocoltura): possibile per 3-6 anni. Ai tropici le risaie sono permanenti, con 2-3 raccolti all'anno e per accorciare il ciclo biologico viene effettuato il trapianto. Tra le infestanti, il riso crodo, cioè quello selvatico è pericoloso. Non si riesce a trovare un diserbo che colpisce il riso crodo e non quello coltivato. Si agisce con avvicendamento o estirpandolo.Altre infestanti sono: cyperus, giavoni, Juncus, Alisma,typha, sporganium. Le mondine impiegavano 350 ore per ettaro per eliminare le infestanti, oggi tutto avviene attraverso le macchine con almeno due prodotti annuali da somministrare, ,max input chimico e costo del diserbo tra le colture erbacee.

Lavorazioni

Aratura superficiali (20-25 cm di profondità) con aratro fenestrato oppure zappatura o vangatura in terreni leggeri. Occorre livellare il terreno, poco prima della semina intervenire con leggera erpicatura (erpice rotante o zappatrice)+livellamento terreno sommerso con spianone (=slottatura). La semina può avvenire attraverso trapianto o semina diretto. Il trapianto in passato era diffuso anche in Italia, serve essenzialmente per accorciare i tempi del ciclo biologico ma allo stesso tempo richiede molta manodopera. La semina diretta, normale in tutti Paesi sviluppati, può essere a spaglio su risaia allagata o semina a file su risaia asciutta (da allagare dopo l'emergenza). Spazio tra le file di 65cm, è comunque una tecnica oggi poco diffusa. L'epoca di semina è Aprile e Maggio con una temperatura dell'acqua di 12-14°C (nel Nord Italia). La dose di semente da utilizzare è di 14-200Kg/ha di risone per avere 250-400 pannocchie/metro quadro (pannocchie=tipo di infiorescenza). Utilizzare preferibilmente una semente acconciata.

Governo dell'acqua

Dopo la semina si eseguono almeno tre asciutte, ognuna di esse dura circa una settimana:

1. radicamento (a 2-3 foglie): metà giugno

2. concimazione e diserbo (inizio levata): fine giugno

3. prima della raccolta (maturazione lattea): fine agosto

Concimazione

Letame: sconsigliato. Può fermentare in acquae provocare danni alla germinazione. 

Fosforo: dose normale, 70-80Kg P205/ha prima dell'erpicatura. Si possono usare scorie di Thomas su terreni acidi o prefosfato su terreni argillosi.

Azoto: dose normale, 80-150Kg N/ha da dividere in tre frazioni: semina 20%, accestimento 40% e inizio levata 40%. Non usare concimi nitrici (troppo solubili e percolabili), convenienti calciocianamidi, solfato ammonico o i concimi a lento rilascio. Utile urea in copertura.

Raccolta

Nei Paesi in via di sviluppo: mietitura e separazione della granella manuale. Nei Paesi sviluppati: mietitura e separazione della granella con le macchine. In genere si usano mietitrebbie semicingolate con barra da 3 a 5 metri e capacità lavorativa di 1ora per ettaro. L'epoca di raccolta è il mese di ottobre in Italia.

Tipi di riso

Risi comuni: granella corta, tondeggiante, poco resistente alla cottura;

Risi semifini: granella di lunghezza media, buona produttività, discreta qualità;

Risi fini: con cariosside di 6,4mm. Forma allungata, aspetto traslucido. Reistenti alla cottura.

Risi superfini: cariosside lunga e pregiate caratteristiche qualitative.


Il mais


Il nome botanico del mais è Zea majs della famiglia delle graminacee. Il mais è originario dell'America centrale, si pensa derivi da una specie simile conosciuta come Teosinte. Si coltiva dal 3000 a.C. e fu portato in Europa  nel 1493. In italia fu coltivato prima vicino a Bergamo e poi in tutta la pianura Padana dove il mais ha trovato le condizioni pedo-climatiche ottime per la sua coltivazione. Ormai si coltiva mais ibrido, esistono diverse classi di mais. Esiste la classe 100, 200, 300, 400, 500, 600, 700, 800 e 900. Ogni classe ha un ciclo vegetativo differente, la classe 100 ha per esempio un ciclo di 76-85gg, una classe 400 ha un ciclo di 115gg e una classe 900 oltre 115gg. Più il ciclo vegetativo è lungo più la produttività sarà elevata. 

Impieghi

Fino al 1950 l'impiego prevalente era produzione di granella per l'alimentazione umana (polenta). Lo sviluppo del mais è avvenuto per adibire la produzione all'uso zootecnico. Nel 1949-1950 sono stati introdotti gli ibridi, nel 1955-1960 introduzione degli ibridi dentati e nel 1970 utilizzo quasi esclusivamente di ibridi. Nel 1960-1970 dal granturchino si è passati a coltivare il trinciato integrale per insilato, utile per aumentare la produzione degli animali. Il trinciato viene somministrato al bestiame attraverso all'alimentazione UNIFEED. 

Morfologia

Il mais è una pianta annuale, monoica cioè che l'infiorescenza maschile è sulla stessa pianta anche se separate tra loro. L'apparato radicale è fascicolato, esistono tre tipi di radici che sono: primarie, secondarie e aeree. Le prime sono quelle che si originano dal seme, le secondarie prendono origine dal culmo a 2-3 cm di profondità e aeree sono quelle visibili fuori dal terreno e servono essenzialmente per un maggior sostentamento della pianta. Il cumo o stocco o fusto è costituito da 12-24 nodi e internodi. L'altezza della pianta varia da 1,50 a 3 metri, in genere le varietà da pop corn sono più basse. Le foglie sono alterne, una per ogni nodo, allungate, parallelinervie. 1 metro quadro di superficie corrisponde a 4-5 metri quadri di superficie fogliare. L'infiorescenza maschile è una pannocchia, si trova all'apice della pianta. L'infiorescenza femminile è una spiga (impropriamente viene detta pannocchia). La spiga è rivestita da foglie dette brattee e l'insieme delle brattee forma il cartoccio. Il frutto del mais è la cariosside, costituita da involucri, endosperma ed embrione. 1000 semi pesano da 250 a 350g. L'endosperma è la parte principale e interessa l'80% circa del seme, è costituito prevalentemente da amido. Il colore della cariosside varia da giallo, bianco e rosso. In base alle caratteristiche della cariosside si possono classificare le specie in gruppi o sottospecie, esiste il: mais dentato, mais vitreo, mais da pop-corn, mais tenero da amido e mais dolce.

Ciclo vegetativo e riproduttivo

Il mais è una pianta a ciclo C4 (ad elevata capacità fotosintetica). La germinazione è una fase che dura 2-3 settimane e si sviluppano gli organi presenti nell'embrione (radichetta e piumetta). Dopo avviene il radicamento e la differenzazione delle foglie, la levata cioè l'allungamento dello spazio fra i nodi. L'incremento dell'altezza è rapido, 5-7cm al giorno. Quando la pianta raggiunge la sua altezza definitiva avviene la fioritura, dopo che  si è formato il pennacchio inizia l'emissione di polline con qualche giorno in anticipo rispetto alla formazione delle sete dell'infiorescenza femminile. L'emissione del polline avviene per circa una settimana. Il polline prodotto dal pennacchio all'apice del culmo viene trasportato dal vento che lo deposita sulle sete della spiga posta a circa metà pianta, ogni seta è collegata ad un ovulo. Il polline (gamete maschile) percorre la seta e feconda l'ovulo, dopo la fecondazione inizia la formazione del frutto (o seme) che è la cariosside. Se prima della fecondazione i pennacchi vengono danneggiati per esempio da una grandinata avviene una grande perdita di produzione. Dopo la formazione della cariosside avviene la maturazione, classificabile nel seguente ordine: maturazione lattea, cerosa e fisiologica. La maturazione comporta una perdita di acqua, la cariosside e la pianta ingialliscono. 

Esigenze ambientali

Il mais è una specie macroterma, la germinazione deve avvenire con temperature superiori agli 8°C. La temperatura media giornaliera ideale è di 22-26°C e lo zero di vegetazione è di 10°C. Temperature troppo alte, superiore ai 32°C sono da considerarsi poco idonee per elevate produzioni. Il mais è una pianta eliofila, richiede elevata intensità luminosa. I mais ibridi hanno foglie erette per ricevere maggior quantità di luce. Richiede molta acqua, circa 500-600mm per ettaro, necessita nella nostra zona di irrigazione. Presenta adattabilità, preferisce terreni profondi, fertili ben dotati di sostanza organica e tessitura media. Nei terreni argillosi teme i ristagni idrici. Il mais è abbastanza sensibile alla salinità del suolo. 

Tecnica colturale

Il mais è una coltura da rinnovo, oggi si coltiva molto in monosuccessione (o omosuccessione) anche se è poco consigliabile per la facilità di diffusione di malattie e parassiti. Nei terreni argillosi è consigliabile aratura profonda a 30-35cm, nei terreni sciolti lavorazione superficiale a 10-15cm o semina diretta ma è da evitare nel caso ci siano infestanti. La semina avviene in pianura Padana ad Aprile, quando la temperatura del terreno è di 8-10°C. La scelta della classe di ibrido dipende essenzialmente da: epoca di semina, destinazione della coltura e tipo di terreno. La semina si esegue su terreno ben livellato con macchine seminatrici di precisione. La profondità di semina è di 3-4cm, distanza tra le file di 45-75cm, l'investimento in genere da ottenere è di 6,5-7,5 piante per metro quadro. Si usa seme conciato.

Irrigazione

Il mais ha esigenze idriche, ogni 10t di granella occorrono 5000m3 di acqua. In caso di mancanza di acqua la foglia si accartoccia e il colore diventa spento. L'irrigazione avviene a scorrimento (tradizionale) e comporta un consumo di 700-1000m3 di H20 contro l'irrigazione per aspersione che consuma 400-500m3 di H20; ovviamente i valori si riferiscono all'ettaro.

Lotta alle infestanti

Quando la pianta ha raggiunto i 10-15cm di altezza si può eseguire la sarchiatura per favorire il 3°palco radicale, solchi per irrigazione, diserbo meccanico.

Raccolta e rese
La raccolta del mais avviene quando la granella ha un'umidità dal 21 al 28%, 13% per essere conservato. La raccolta avviene a settembre. Per quanto riguarda la raccolta del trinciato, adibito all'alimentazione del bestiame e costituito dalla pianta intera compresa la granella la raccolta viene anticipata a luglio-agosto. La produzione è di 90-130 q/ha di granella e 600-700 q/ha di trinciato. Nel caso fosse un secondo raccolto le rese riportate devono essere dimezzate. La raccolta avviene con macchine dette trince nel caso del trinciato e mietitrebbie per ottenere solo granella.

 

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OPERAZIONI COLTURALI

Nei campi avvengono delle operazioni colturali che variano e si diversificano a seconda della coltura che deve essere piantata. In linea di massima possiamo dire che si procede nel seguente ordine, partendo da un terreno incolto:

> eliminare erbe, arbusti e alberi che risultano d'intralcio nel terreno da coltivare;

> eliminare dal terreno più pietrame possibile e altri materiali che potrebbero risultare d'intralcio alle lavorazioni;

> livellare il terreno in modo da non causare eccessivo dilavamento della sostanza organica ne troppo ristagno idrico che può provocare asfissia radicale;

> procedere alla concimazione, può avvenire con letame o liquame ma anche con altri materiali organici come foglie, segatura, scarti vegetali ecc.

> procedere all'aratura, girando il terreno. La parte sotto andrà sopra e viceversa;

> procedere all'erpicatura, sminuzzando il terreno e ricavando così la giusta porosità;

> procedere alla semina o al trapianto di piantine (scegliere piante adatte ad un determinato clima e piantarle nel periodo adatto);

> adottare sistemi di difesa dal vento (siepi o filari di alberi)

> adottare sistemi di difesa dalle malerbe e dai parassiti;

> adottare piani di irrigazione (a pioggia, a goccia, a scorrimento, a pivot ecc.);

> procedere alla raccolta.

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